A Senigallia molti servizi pubblici primari sono oggetto di tagli eccessivi che rischiano di avere effetti negativi sulla qualità della vita dei cittadini, specialmente nella sanità e nel trasporto ferroviario.
Su tali fronti l'UdC di Senigallia intende attivarsi con i vertici del Partito perchè sia garantita la continuità di servizi fondamentali come quelli del Laboratorio analisi, in merito al quale la stampa locale (fonte http://www.60019.it/) sta interessandosi.
E’ di nuovo allarme per quanto riguarda la sanità senigalliese. Questa volta a lanciarlo è proprio il primo cittadino, Maurizio Mangialardi, con una lettera indirizzata al Direttore dell’Area Vasta n. 2 – ASUR Marche, ing. Maurizio Bevilacqua.
Una lettera in cui il Sindaco si lamenta delle carenze di organico cui andrà incontro il Laboratorio analisi del presidio ospedaliero cittadino e a cui, negli anni, si è fatto fronte con con assunzioni temporanee e precarie, mai con contratti a tempo indeterminato che avrebbero posto fine alla situazione.
In particolare, lo sportello accettazione e cassa del laboratorio ha visto – negli ultimi mesi – due persone cessare l’attività, mentre una terza lo farà il prossimo 1 marzo. In questo modo, il personale ridotto del 50% non potrà garantire né gli stessi orari di apertura dello sportello, né la regolare ed efficiente prestazione che tocca anche i comuni dell’entroterra.
Di seguito il testo integrale della lettera inviata venerdì 24 febbraio 2012.
Gentile Direttore,
il 2 febbraio con mia lettera prot. n. 5952 Le chiedevo la disponibilità a prendere parte ad una seduta del Consiglio Comunale dedicata all’esame dell’atto amministrativo n. 14/2010 licenziato dall’Assemblea Legislativa delle Marche ad oggetto: “Piano socio-sanitario regionale 2010/2012. La salute: diritti e responsabilità per i cittadini delle Marche”.
La necessità di esaminare e discutere la situazione dei servizi sanitari nel territorio si avverte sempre più alla luce delle difficoltà che si stanno profilando.
Se da un lato, infatti, alcune questioni sono state affrontate e risolte positivamente, penso ad esempio alla copertura di alcuni posti di primario, è necessario ricordare, al contrario, che restano serie difficoltà nei reparti di Medicina e Radiologia entrambi, ormai da troppo tempo privi di primario. Altri problemi si riscontrano nel servizio di trasporto socio-sanitario territoriale e per quello che concerne il PEI per l’integrazione di alunni con disabilità.
Ma in questo momento le difficoltà maggiori sono registrate dallo Sportello accettazione e cassa del Laboratorio Analisi dell’ospedale di Senigallia dove sono scaduti e prossimi alla scadenza, alcuni contratti di lavoro con prevedibili gravi ripercussioni per quanto concerne la capacità di garantire i servizi alla comunità.
Qui, da cinque anni, alle cessazioni del personale si è sopperito, non con assunzioni a tempo indeterminato su posti resisi vacanti nella dotazione organica, ma con assunzione di precari sino ad arrivare a tre unità sulle sei in servizio. Alla data odierna due unità hanno cessato ed una terza lo farà il prossimo 1° marzo.
La sostituzione proposta, che prevedeva la sostituzione con nuovo personale mediante contratto a tempo determinato, non ha avuto seguito per indisponibilità dell’ASUR che ha addotto motivazioni sì legittime, ma al contempo impraticabili nei tempi necessari.
È fin troppo evidente che, con la prossima cessazione della terza unità prevista per il 1° marzo, dunque fra meno di una settimana, il Laboratorio Analisi non sarà più in grado di garantire né un’adeguata apertura degli sportelli adibiti allo smaltimento del flusso mattutino degli utenti “accettati”, né l’inserimento nella procedura informatica di tutti gli esami provenienti dai “punti prelievo” periferici situati nei comuni dell’entroterra.
Ciò determinerà una drastica diminuzione delle prestazioni di laboratorio garantite ai pazienti ambulatoriali, abbassando il numero di prenotazioni giornalmente effettuate, con gravi ripercussioni per i servizi alla comunità.
Alla luce di quanto riferito Le chiedo di conoscere, con la massima urgenza, tempi e modalità di soluzione dei problemi segnalati e in particolare quello più immediato dello Sportello accettazione e cassa del Laboratorio Analisi.
È sin troppo evidente che le questioni rappresentate sono ragione di seria e motivata preoccupazione della comunità locale, degli operatori sanitari, e in special modo di quanti si trovano nella necessità di accedere ai servizi sanitari per vedersi garantito il diritto alla salute.
Restando in attesa di un Suo cenno di riscontro La saluto cordialmente.
Maurizio Mangialardi
venerdì 24 febbraio 2012
Come potrebbe cambiare in meglio l’Italia (con meno slogan e con una politica più coerente)
Il 24 febbraio 2012 si è svolto in Ancona un interessante convegno, sulle riforme istituzionali necessarie per il Paese, organizzato dal Consiglio delle Autonomie locali delle Marche, al quale hanno partecipato il Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Regione Marche e Presidente della Provincia di Pesaro – Urbino, dott. Matteo Ricci; l’ On. Oriano Giovanelli – Componente Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati (PD), l’ On. Mauro Libè – Componente Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e Responsabile nazionale del dipartimento Enti locali dell’UdC, il Prof. Alessandro Sterpa – Docente di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Roma La Sapienza e consulente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, il dott. Vittoriano Solazzi – Presidente dell’Assemblea Legislativa Regionale delle Marche e l’Assessore regionale agli enti locali dott. Antonio Canzian (PD).
Vista l’efficacia comunicativa degli slogan, che per quanto riguarda le riforme istituzionali hanno creato presso l’opinione pubblica l’idea della necessità di cogliere obiettivi che in realtà a volte sono poco utili alla causa del risparmio, in pillole sono riassunte le idee più interessanti, in termini non di slogan ma di proposte, che sono emerse nel convegno.
Il neocentralismo regionale derivante dallo svuotamento di funzioni delle Province è destinato a creare non solo difficoltà di governo regionale dei territori locali, ma anche di mantenimento di tali territori all’interno dei confini regionali. Per non penalizzare gli enti locali preposti alla gestione di funzioni, si può disegnare il Comune come ente composto da Municipi in modo da formare Unioni che gestiscano realmente tutte le funzioni in forma associata. Gli enti locali non vanno visto solo come fattore di costo ma anche come fattore di sviluppo (Matteo Ricci, Provincia di Pesaro - Urbino).
Una vera riforma delle Province può essere realizzata solo modificando la Costituzione e definendo nuovi confini corrispondenti ad aree vaste. Il contratto di lavoro per i dipendenti regionali è più oneroso di quello dei dipendenti provinciali e non potendosi disporre licenziamenti, il riordino delle Province previsto, così come è, comporterà maggiori costi e non un risparmio, considerato anche il problema dei mutui in essere che resteranno da pagare. Si può accettare un ruolo più importante della Regione per le funzioni legislative, ma le funzioni di gestione non possono essere riportate in capo alle Regioni, per ragioni costituzionali, di prossimità ai territori e di efficienza (On. Oriano Giovannelli).
L’UdC è coerente con il proprio obiettivo di sopprimere le Province. PD e PDL avevano indicato tale obiettivo nel programma elettorale nel 2008: adesso sarebbe difficile assumere posizioni contrarie agli obiettivi programmatici, vista la situazione finanziaria e l’esigenza di iniziare il riordino, per rispondere anche ad esigenze sentite dai cittadini. Serve quel buon senso che è mancato quando si è trattato di redigere una legge illogica come quella di cui all’articolo 16 del decreto legge 138/2011 che prescrive unioni fra piccoli comuni in base alla classe demografica di appartenenza, e non in base a criteri di omogeneità territoriale, con indici territoriali e demografici astratti ed unici per l’intero territorio nazionale. Occorre indicare, nella riforma, chi fa cosa, definire le competenze in capo a ciascun ente e quindi capire quali strumenti giuridici utilizzare, in rapporto all’esigenza di ridefinire i perimetri territoriali provinciali. Per ridurre una sacca di spreco, il Ministro Tremonti aveva proposto la formazione del bilancio consolidato delle società partecipate. Tale iniziativa avrebbe portato alla luce il trasferimento dei debiti comunali alle partecipate, ma l’idea non ha avuto un seguito (On. Mauro Libè).
Il federalismo non ha individuato tributi propri per gli enti locali, quindi non esiste un vero federalismo. L’approccio alle riforme è sbagliato. Gli ambiti territoriali per l’associazione fra comuni non possono essere calati dall’alto. La riforma deve partire dall’individuazione delle funzioni e da criteri e parametri per gestirle che le Regioni possono dare ai comuni. Le Regioni possono costringere gli enti locali a cooperare e sulla base della verifica, con parametri oggettivi, dell’adeguatezza dei sistemi organizzativi scelti, si potrà attivare la sussidiarietà in termini di decentramento di funzioni ad enti strutturalmente adeguati. Le Province non hanno perso la potestà statutaria, inoltre il testo unico degli enti locali non è stato abrogato, per cui le Province potrebbero trattenere le proprie funzioni o aspettare l’esito dei ricorsi alla Corte Costituzionale (Prof. Alessandro Sterpa).
Non è possibile continuare a difendere lo status quo. Se Monti non avesse varato la manovra, adesso i dipendenti pubblici non avrebbero più gli stipendi. L’attuale tregua non ha fatto venir meno la causa della crisi che è nel debito. Il debito pubblico italiano è a livelli insostenibili ed ogni anno produce interessi sempre più elevati anche a causa dell’aumento dello spread. Piccoli comuni, enti, agenzie, consorzi, ATO rappresentano un panorama istituzionale che non è in linea con questi tempi che cambiano. I cittadini non capirebbero una battaglia a difesa dell’esistente (dott. Vittoriano Solazzi).
lunedì 20 febbraio 2012
Convegno con gli Amministratori locali e con l'On. Mauro Libè (UdC)
“Come cambia l’Italia?”: questo il pragmatico titolo del seminario di approfondimento organizzato dal Consiglio delle Autonomia Locali della Regione Marche per il giorno venerdì 24/2/2012 alle ore 10,00 presso la sede regionale di Palazzo Li Madou (ex Mediocredito), via Gentile da Fabriano, n.2/4, Ancona.
Si tratta di un’interessante occasione per riflettere sui nuovi assetti istituzionali dello Stato e dei poteri locali (Comuni, Regioni, Province, Comunità montane, Enti di secondo livello, ecc...) alla luce delle novità previste nel recente cosiddetto “decreto salva Italia” (legge 214/2011).
La relazione di apertura sarà svolta dal Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Regione Marche e Presidente della Provincia di Pesaro – Urbino, Matteo Ricci; seguiranno gli interventi dell’ On. Donato Bruno – Presidente Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, dell’ On. Oriano Giovanelli – Componente Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, dell’ On. Mauro Libè – Componente Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e Responsabile nazionale del dipartimento Enti locali dell’UdC, del Prof. Alessandro Sterpa – Docente di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Roma La Sapienza e consulente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale e di Vittoriano Solazzi – Presidente dell’Assemblea Legislativa Regionale delle Marche.
E’ inoltre previsto un dibattito con interventi di Parlamentari, Sindaci ed amministratori regionali e locali di tutta la Regione Marche; le conclusioni saranno del Presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca.
Si tratta, per gli amministratori locali del nostro Partito, di un’occasione particolarmente interessante per conoscere, direttamente dagli attori che partecipano al processo di stesura delle riforme, le prospettive di rinnovamento del sistema istituzionale attuale in rapporto alle più recenti novità emerse nel dibattito politico, che si sono tradotte in alcune prime disposizioni normative dettate dall’emergenza finanziaria, ma che sottendono già quella visione d’insieme di una P.A. più snella e più al servizio dei cittadini che il nostro Partito propone da tempo, fin da quando l’On. Pierferdinando Casini ha proposto e quindi costituito l’esecutivo guidato dal Prof. Mario Monti, per modernizzare l’Italia e farla uscire dalla crisi.
L’UdC esprime, in questo seminario, uno dei relatori, che rappresenta la sede tecnica e consultiva che tratta la delicata e complessa materia, che è la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, pertanto si potrà verificare la concreta attuazione degli indirizzi politici che il nostro Partito si è dato, quando il tema dell’uscita dalla crisi e della riduzione dei costi della Pubblica Amministrazione non rappresentavano le priorità assolute dell’azione del Governo all’epoca in carica.
Il relatore dell’UdC è l’On. Mauro Libè che è anche Responsabile nazionale del dipartimento Enti locali per il nostro Partito.
La locandina del seminario è disponibile nel sito internet:
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