giovedì 22 marzo 2012

Insieme per Senigallia di Massimo Marcellini rappresenterà l'UDC in Consiglio Comunale

Insieme per Senigallia ha deciso di accogliere l'invito, lanciato tre mesi fa dall'UdC, di rappresentare in Consiglio Comunale l'UDC stesso tramite il proprio rappresentato in consiglio Massimo Marcellini. "Le due liste civiche (Insieme per Senigallia e Progetto Giovani - ndr) sono state un'esperienza bellissima, specie per i giovani, perché non è facile esporsi a 20 anni. E' stata, per scelta, un'esperienza fuori dai partiti che ha portato al 5,5% dei voti ed un consigliere comunale - ha spiegato Massimo Marcellini - è bello che in un momento come questo di forte antipolitica un partito come l'UDC per riavvicinarsi ai cittadini abbia scelto di avvicinarsi ad una lista civica riconoscendone il programma".

Con queste premesse Massimo Marcellini ha acconsentito di rappresentare l'UDC in consiglio comunale, senza rinnegare l'identità delle liste civiche. Il gruppo consigliare si chiamerà, probabilmente, Insieme per Senigallia - UDC.

"La lista civica è poco organica e l'aiuto che può dare l'UDC per lavorare meglio in consiglio può essere importante - conclude Marcellini - è stata una scelta sofferta, non tutti erano d'accordo".

Fonte: Vivere Senigallia

venerdì 24 febbraio 2012

Laboratorio analisi a rischio chiusura

A Senigallia molti servizi pubblici primari sono oggetto di tagli eccessivi che rischiano di avere effetti negativi sulla qualità della vita dei cittadini, specialmente nella sanità e nel trasporto ferroviario.
Su tali fronti l'UdC di Senigallia intende attivarsi con i vertici del Partito perchè sia garantita la continuità di servizi fondamentali come quelli del Laboratorio analisi, in merito al quale la stampa locale (fonte http://www.60019.it/) sta interessandosi.
E’ di nuovo allarme per quanto riguarda la sanità senigalliese. Questa volta a lanciarlo è proprio il primo cittadino, Maurizio Mangialardi, con una lettera indirizzata al Direttore dell’Area Vasta n. 2 – ASUR Marche, ing. Maurizio Bevilacqua.
Una lettera in cui il Sindaco si lamenta delle carenze di organico cui andrà incontro il Laboratorio analisi del presidio ospedaliero cittadino e a cui, negli anni, si è fatto fronte con con assunzioni temporanee e precarie, mai con contratti a tempo indeterminato che avrebbero posto fine alla situazione.
In particolare, lo sportello accettazione e cassa del laboratorio ha visto – negli ultimi mesi – due persone cessare l’attività, mentre una terza lo farà il prossimo 1 marzo. In questo modo, il personale ridotto del 50% non potrà garantire né gli stessi orari di apertura dello sportello, né la regolare ed efficiente prestazione che tocca anche i comuni dell’entroterra.
Di seguito il testo integrale della lettera inviata venerdì 24 febbraio 2012.
Gentile Direttore,
il 2 febbraio con mia lettera prot. n. 5952 Le chiedevo la disponibilità a prendere parte ad una seduta del Consiglio Comunale dedicata all’esame dell’atto amministrativo n. 14/2010 licenziato dall’Assemblea Legislativa delle Marche ad oggetto: “Piano socio-sanitario regionale 2010/2012. La salute: diritti e responsabilità per i cittadini delle Marche”.
La necessità di esaminare e discutere la situazione dei servizi sanitari nel territorio si avverte sempre più alla luce delle difficoltà che si stanno profilando.
Se da un lato, infatti, alcune questioni sono state affrontate e risolte positivamente, penso ad esempio alla copertura di alcuni posti di primario, è necessario ricordare, al contrario, che restano serie difficoltà nei reparti di Medicina e Radiologia entrambi, ormai da troppo tempo privi di primario. Altri problemi si riscontrano nel servizio di trasporto socio-sanitario territoriale e per quello che concerne il PEI per l’integrazione di alunni con disabilità.
Ma in questo momento le difficoltà maggiori sono registrate dallo Sportello accettazione e cassa del Laboratorio Analisi dell’ospedale di Senigallia dove sono scaduti e prossimi alla scadenza, alcuni contratti di lavoro con prevedibili gravi ripercussioni per quanto concerne la capacità di garantire i servizi alla comunità.
Qui, da cinque anni, alle cessazioni del personale si è sopperito, non con assunzioni a tempo indeterminato su posti resisi vacanti nella dotazione organica, ma con assunzione di precari sino ad arrivare a tre unità sulle sei in servizio. Alla data odierna due unità hanno cessato ed una terza lo farà il prossimo 1° marzo.
La sostituzione proposta, che prevedeva la sostituzione con nuovo personale mediante contratto a tempo determinato, non ha avuto seguito per indisponibilità dell’ASUR che ha addotto motivazioni sì legittime, ma al contempo impraticabili nei tempi necessari.
È fin troppo evidente che, con la prossima cessazione della terza unità prevista per il 1° marzo, dunque fra meno di una settimana, il Laboratorio Analisi non sarà più in grado di garantire né un’adeguata apertura degli sportelli adibiti allo smaltimento del flusso mattutino degli utenti “accettati”, né l’inserimento nella procedura informatica di tutti gli esami provenienti dai “punti prelievo” periferici situati nei comuni dell’entroterra.
Ciò determinerà una drastica diminuzione delle prestazioni di laboratorio garantite ai pazienti ambulatoriali, abbassando il numero di prenotazioni giornalmente effettuate, con gravi ripercussioni per i servizi alla comunità.
Alla luce di quanto riferito Le chiedo di conoscere, con la massima urgenza, tempi e modalità di soluzione dei problemi segnalati e in particolare quello più immediato dello Sportello accettazione e cassa del Laboratorio Analisi.
È sin troppo evidente che le questioni rappresentate sono ragione di seria e motivata preoccupazione della comunità locale, degli operatori sanitari, e in special modo di quanti si trovano nella necessità di accedere ai servizi sanitari per vedersi garantito il diritto alla salute.
Restando in attesa di un Suo cenno di riscontro La saluto cordialmente.            
Maurizio Mangialardi

Come potrebbe cambiare in meglio l’Italia (con meno slogan e con una politica più coerente)

Il 24 febbraio 2012 si è svolto in Ancona un interessante convegno, sulle riforme istituzionali necessarie per il Paese, organizzato dal Consiglio delle Autonomie locali delle Marche, al quale hanno partecipato il Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Regione Marche e Presidente della Provincia di Pesaro – Urbino, dott. Matteo Ricci; l’ On. Oriano Giovanelli – Componente Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati (PD), l’ On. Mauro Libè – Componente Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e Responsabile nazionale del dipartimento Enti locali dell’UdC, il Prof. Alessandro Sterpa – Docente di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Roma La Sapienza e consulente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, il dott. Vittoriano Solazzi – Presidente dell’Assemblea Legislativa Regionale delle Marche e l’Assessore regionale agli enti locali dott. Antonio Canzian (PD).
Vista l’efficacia comunicativa degli slogan, che per quanto riguarda le riforme istituzionali hanno creato presso l’opinione pubblica l’idea della necessità di cogliere obiettivi che in realtà a volte sono poco utili alla causa del risparmio, in pillole sono riassunte le idee più interessanti, in termini non di slogan ma di proposte, che sono emerse nel convegno.
Il neocentralismo regionale derivante dallo svuotamento di funzioni delle Province è destinato a creare non solo difficoltà di governo regionale dei territori locali, ma anche di mantenimento di tali territori all’interno dei confini regionali. Per non penalizzare gli enti locali preposti alla gestione di funzioni, si può disegnare il Comune come ente composto da Municipi in modo da formare Unioni che gestiscano realmente tutte le funzioni in forma associata. Gli enti locali non vanno visto solo come fattore di costo ma anche come fattore di sviluppo (Matteo Ricci, Provincia di Pesaro - Urbino).
Una vera riforma delle Province può essere realizzata solo modificando la Costituzione e definendo nuovi confini corrispondenti ad aree vaste. Il contratto di lavoro per i dipendenti regionali è più oneroso di quello dei dipendenti provinciali e non potendosi disporre licenziamenti, il riordino delle Province previsto, così come è, comporterà maggiori costi e non un risparmio, considerato anche il problema dei mutui in essere che resteranno da pagare. Si può accettare un ruolo più importante della Regione per le funzioni legislative, ma le funzioni di gestione non possono essere riportate in capo alle Regioni, per ragioni costituzionali, di prossimità ai territori e di efficienza (On. Oriano Giovannelli).
L’UdC è coerente con il proprio obiettivo di sopprimere le Province. PD e PDL avevano indicato tale obiettivo nel programma elettorale nel 2008: adesso sarebbe difficile assumere posizioni contrarie agli obiettivi programmatici, vista la situazione finanziaria e l’esigenza di iniziare il riordino, per rispondere anche ad esigenze sentite dai cittadini. Serve quel buon senso che è mancato quando si è trattato di redigere una legge illogica come quella di cui all’articolo 16 del decreto legge 138/2011 che prescrive unioni fra piccoli comuni in base alla classe demografica di appartenenza, e non in base a criteri di omogeneità territoriale, con indici territoriali e demografici astratti ed unici per l’intero territorio nazionale. Occorre indicare, nella riforma, chi fa cosa, definire le competenze in capo a ciascun ente e quindi capire quali strumenti giuridici utilizzare, in rapporto all’esigenza di ridefinire i perimetri territoriali provinciali. Per ridurre una sacca di spreco, il Ministro Tremonti aveva proposto la formazione del bilancio consolidato delle società partecipate. Tale iniziativa avrebbe portato alla luce il trasferimento dei debiti comunali alle partecipate, ma l’idea non ha avuto un seguito (On. Mauro Libè).
Il federalismo non ha individuato tributi propri per gli enti locali, quindi non esiste un vero federalismo. L’approccio alle riforme è sbagliato. Gli ambiti territoriali per l’associazione fra comuni non possono essere calati dall’alto. La riforma deve partire dall’individuazione delle funzioni e da criteri e parametri per gestirle che le Regioni possono dare ai comuni. Le Regioni possono costringere gli enti locali a cooperare e sulla base della verifica, con parametri oggettivi, dell’adeguatezza dei sistemi organizzativi scelti, si potrà attivare la sussidiarietà in termini di decentramento di funzioni ad enti strutturalmente adeguati. Le Province non hanno perso la potestà statutaria, inoltre il testo unico degli enti locali non è stato abrogato, per cui le Province potrebbero trattenere le proprie funzioni o aspettare l’esito dei ricorsi alla Corte Costituzionale (Prof. Alessandro Sterpa).
Non è possibile continuare a difendere lo status quo. Se Monti non avesse varato la manovra, adesso i dipendenti pubblici non avrebbero più gli stipendi. L’attuale tregua non ha fatto venir meno la causa della crisi che è nel debito. Il debito pubblico italiano è a livelli insostenibili ed ogni anno produce interessi sempre più elevati anche a causa dell’aumento dello spread. Piccoli comuni, enti, agenzie, consorzi, ATO rappresentano un panorama istituzionale che non è in linea con questi tempi che cambiano. I cittadini non capirebbero una battaglia a difesa dell’esistente (dott. Vittoriano Solazzi).

lunedì 20 febbraio 2012

Convegno con gli Amministratori locali e con l'On. Mauro Libè (UdC)

“Come cambia l’Italia?”:  questo il pragmatico titolo del seminario di approfondimento organizzato dal Consiglio delle Autonomia Locali della Regione Marche per il giorno venerdì 24/2/2012 alle ore 10,00 presso la sede regionale di Palazzo Li Madou (ex Mediocredito), via Gentile da Fabriano, n.2/4, Ancona.

Si tratta di un’interessante occasione per riflettere sui nuovi assetti istituzionali dello Stato e dei poteri locali (Comuni, Regioni, Province, Comunità montane, Enti di secondo livello, ecc...) alla luce delle novità previste nel recente cosiddetto “decreto salva Italia” (legge 214/2011).

La relazione di apertura sarà svolta dal Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Regione Marche e Presidente della Provincia di Pesaro – Urbino, Matteo Ricci; seguiranno gli interventi dell’ On. Donato Bruno – Presidente Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, dell’ On. Oriano Giovanelli – Componente Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, dell’ On. Mauro Libè – Componente Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e Responsabile nazionale del dipartimento Enti locali dell’UdC, del Prof. Alessandro Sterpa – Docente di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Roma La Sapienza e consulente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale e di Vittoriano Solazzi – Presidente dell’Assemblea Legislativa Regionale delle Marche.

E’ inoltre previsto un dibattito con interventi di Parlamentari, Sindaci ed amministratori regionali e locali di tutta la Regione Marche; le conclusioni saranno del Presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca.

Si tratta, per gli amministratori locali del nostro Partito, di un’occasione particolarmente interessante per conoscere, direttamente dagli attori che partecipano al processo di stesura delle riforme, le prospettive di rinnovamento del sistema istituzionale attuale in rapporto alle più recenti novità emerse nel dibattito politico, che si sono tradotte in alcune prime disposizioni normative dettate dall’emergenza finanziaria, ma che sottendono già quella visione d’insieme di una P.A. più snella e più al servizio dei cittadini che il nostro Partito propone da tempo, fin da quando l’On. Pierferdinando Casini ha proposto e quindi costituito l’esecutivo guidato dal Prof. Mario Monti, per modernizzare l’Italia e farla uscire dalla crisi.

L’UdC esprime, in questo seminario, uno dei relatori, che rappresenta la sede tecnica e consultiva che tratta la delicata e complessa materia, che è la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, pertanto si potrà verificare la concreta attuazione degli indirizzi politici che il nostro Partito si è dato, quando il tema dell’uscita dalla crisi e della riduzione dei costi della Pubblica Amministrazione non rappresentavano le priorità assolute dell’azione del Governo all’epoca in carica.

Il relatore dell’UdC è l’On. Mauro Libè che è anche Responsabile nazionale del dipartimento Enti locali per il nostro Partito.

La locandina del seminario è disponibile nel sito internet:

domenica 29 gennaio 2012

IL CONGRESSO PROVINCIALE DELL'UDC CONFERMA SEGRETARIO CLAUDIA DOMIZIO

Dall'Assemblea Congressuale sono scaturite importanti indicazioni, come quella di rafforzare l'organizzazione del Partito, in laboratori di idee e dipartimenti, con l'obiettivo di coinvolgere iscritti e non iscritti, persone nuove alla politica ed esperti, in iniziative di analisi e proposte sulle tematiche più importanti della nostra vita come quelle del lavoro, della famiglia, delle politiche giovanili, dell'economia, dell'ambiente, del volontariato e del sociale.
Il Partito si sta riorganizzando, come forza di Governo, nelle Amministrazioni locali, dopo che nella Regione è stata avviata l'esperienza di alleanza nota come "Modello Marche", il cui successo è comprovato non solo dai risultati ottenuti, ma anche dall'utilizzo del modello in un numero sempre più grande di coalizioni, anche al di fuori della Regione.
Sulla base delle convergenze programmatiche è stato spostato dal centro sinistra al centro l'asse delle coalizioni in cui è entrato il Partito: così sono state poste le basi per la coalizione dei moderati, e per il Partito della Nazione.
Sarebbe riduttivo limitarsi a vedere solo l'adesione alle coalizioni di centro sinistra, perchè, leggendo i programmi si può comprendere che i valori, le idee e i progetti dell'UdC sono rimasti e sono stati sempre mantenuti al centro della sua azione politica, intorno alla quale si sono registrate convergenze con alcuni Partiti di centro sinistra.
In una fase che vede la considerazione dei cittadini per la Politica ai minimi termini, l'UdC con senso di responsabilità e di equilibrio ha riproposto il modo di fare politica basato sulla mediazione fra interessi e sul buon senso, in controtendenza rispetto all'antipolitica, che non permette la governabilità.
Nei passaggi più difficili della crisi, mentre le contrapposizioni assumevano toni sempre più pesanti, l'UdC ha dapprima proposto e quindi sostenuto quel Governo che ha iniziato il lungo percorso verso l'obiettivo di risollevare il Paese.
A questo punto per rilanciare le sorti delle nostre comunità locali è fondamentale la massima partecipazione dei cattolici e delle persone moderate e di centro ad una nuova politica che sappia assumere scelte innovative anche non popolari per dare risposte sostenibili alle istanze dei cittadini.
Il Congresso provinciale del 28 gennaio 2012 che ha confermato alla Segreteria l'Avv. Claudia Domizio ha espresso in definitiva l'indirizzo di aprire il partito alla partecipazione, in forma coordinata, delle persone che possono mettersi a disposizione del Partito, con la propria professionalità, con la propria capacità e con il proprio tempo, per un'esperienza politica costruttiva che riesca a tradurre in proposte le proteste dei cittadini.

mercoledì 18 gennaio 2012

Ordine del giorno per il Consiglio comunale

Al Presidente del Consiglio Comunale
ORDINE DEL GIORNO
I sottoscritti consiglieri comunali Roberto Paradisi, Fabrizio Marcantoni, Maurizio Perini,
PREMESSO che
- il Consiglio dei Ministri n. 7 del 16 dicembre 2011 ha approvato in prima
lettura lo schema del primo dei Decreti Legislativi di attuazione della delega sulla revisione
delle Circoscrizioni Giudiziarie, riferito agli Uffici dei Giudici di Pace, che sarà trasmesso
alle Camere per i relativi pareri;
- L’art. 1 dello schema di Decreto Legislativo relativo alla revisione delle
Circoscrizioni Giudiziarie – Uffici dei Giudici di Pace prevede la soppressione degli Uffici
del Giudice di Pace di cui alla tabella A allegata al decreto;
- Ricompreso nella tabella A vi è anche l’Ufficio del Giudice di Pace di
Senigallia, destinato dunque alla soppressione;
- Detto schema comunque prevede, all’art. 2, comma I, lettera a), punto 2 che
con Decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro della Giustizia, sentiti
il Consiglio Giudiziario ed i Comuni interessati, possono essere istituite sedi distaccate;
- Al successivo art. 3 comma II, è previsto che, entro 60 giorni dalla
pubblicazione della tabella gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, possono
richiedere il mantenimento degli Uffici del Giudice di Pace, con competenza sui rispettivi
territori, di cui è proposta la soppressione, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi
integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia
nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a
disposizione dagli enti medesimi;
- Il comma III dell’articolo di cui sopra prevede inoltre che entro il termine di
12 mesi successivi ai 60 giorni dalla pubblicazione, il Ministro della Giustizia, valutata la
rispondenza delle richieste e degli impegni pervenuti, può apportare con proprio decreto le
conseguenti modifiche alla tabella;
- Nel caso di mantenimento dell’Ufficio rimarrebbe così a carico
dell’Amministrazione Giudiziaria unicamente la determinazione dell’organico del personale
di magistratura onoraria entro i limiti della dotazione nazionale complessiva, nonché la
formazione del relativo personale amministrativo;
CONSIDERATO che
- la soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Senigallia, seconda città
della provincia di Ancona e polo turistico di rilievo nella geografia regionale, creerebbe
gravissimi disagi ai cittadini e un vulnus insanabile alla amministrazione della giustizia
coinvolgendo, in tali disagi, anche tutti i Comuni interessati (Senigallia, Barbara, Castel
Colonna, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Monterado, Ostra, Ostra Vetere, Ripe);
- L’organico dell’Ufficio è composto attualmente da tre dipendenti (oltre
applicazioni temporanee) mentre la dotazione completa prevede 5 dipendenti in organico.
Inoltre la sede dove è ospitato l’Ufficio del Giudice di Pace è di proprietà comunale;
- Se pure si tratta di un impegno finanziario considerevole, l’eventuale (e sola)
spesa per il personale amministrativo andrebbe ripartita tra 9 diversi Comuni tutti interessati
al mantenimento del presidio giudiziario;
- Inoltre, l’eventuale soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace,
rappresenterebbe il primo passo verso la possibile soppressione della Sezione Distaccata del
Tribunale.
tutto ciò premesso,
IL CONSIGLIO COMUNALE
Esprimendo il proprio unanime dissenso alla proposta di soppressione dell’Ufficio del
Giudice di Pace di Senigallia, presidio di giustizia indispensabile per un intero comprensorio, e
considerando comunque di primaria importanza per la città e il suo comprensorio il mantenimento
dell’Ufficio del Giudice di Pace, anche da un punto di vista di impegno finanziario,
IMPEGNA L’AMMINISTRZIONE COMUNALE
A porre in atto, in tempi rapidissimi tutte le iniziative necessarie al mantenimento
dell’Ufficio. In particolare impegna il Sindaco a prendere immediatamente contatto con i Sindaci
dei Comuni di Barbara, Castel Colonna, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Monterado, Ostra, Ostra
Vetere, Ripe (interessati dal circondario del Giudice di Pace di Senigallia) al fine di predisporre
concretamente, anche in via preventiva, quanto richiesto per il mantenimento dell’Ufficio del
Giudice di Pace e cioè un concreto progetto consortile per far eventualmente fronte comune agli
impegni richiesti.
Con richiesta, data l’urgenza, di discutere il presente ordine del giorno nella seduta del prossimo
Consiglio Comunale.
Senigallia, lì 17/01/2012
Roberto Paradisi
Fabrizio Marcantoni
Maurizio Perini

venerdì 30 dicembre 2011

L'UdC chiama il dott. Massimo Marcellini

Obiettivo: entrare in consiglio e superare le frammentazioni tra moderati, cattolici e centristi

Massimo MarcelliniDopo l’esito negativo dell’UDC alla elezioni comunali del 2010, è iniziata una fase di totale rinnovamento all’interno della sezione che si e’ concretizzata nella elezione del nuovo segretario Matteo Perini. Il partito, attraverso una forte revisione critica del proprio recente passato, sta cercando di proporsi a tutti coloro che sono interessati a riprendere una attivita’ sociale e politica che riparta dalla gente, e con indirizzo e toni moderati.
In questa ottica, l’UDC di Senigallia ha individuato nel Dott. Massimo Marcellini, medico oncologo nel nostro Ospedale, stimato professionista, esponente storico del volontariato senigalliese, cattolico impegnato, il proprio rappresentante ideale nell’ambito del Consiglio Comunale di Senigallia.

Il Dott. Marcellini e’ stato infatti eletto consigliere comunale da due liste civiche, Insieme per Senigallia e Progetto Giovani, che hanno realizzato il cospicuo risultato del 5,5%.

La proposta viene fatta dopo profonda riflessione ed all’unanimità, in accordo con i vertici provinciali e regionali del partito: l’UDC di Senigallia esprime dunque la convinta decisione di chiedere al Dott. Massimo Marcellini di entrare nell’UDC e di rappresentarlo come Consigliere Comunale Capogruppo nel Consiglio Comunale di Senigallia, ufficializzando il gruppo consiliare UDC.

UdC - logoTutto questo si è concretizzato perché la grave crisi finanziaria in atto impone l’esigenza di superare le frammentazioni presenti nell’area moderata, cattolica e di centro per garantire, con una partecipazione più costruttiva, quella spinta propositiva verso lo sviluppo che dalla politica locale non è arrivata finora.

Il superamento della logica della contrapposizione, che ha caratterizzato l’esperienza del bipolarismo, dovrebbe portare, nella logica del progetto centrista, ad un maggiore impegno da parte delle professionalità nuove alla politica presenti in Città in modo da garantire un valido ricambio che sappia tradurre le proteste in proposte e le proposte in risultati tangibili per la collettività.

Come già ricordato le ultime elezioni Comunali hanno visto una buona affermazione delle Liste Civiche che hanno sostenuto la candidatura del dott. Massimo Marcellini alla carica di Sindaco, mentre il risultato dell’UdC si è rivelato negativo. Sulla base di una sincera autocritica, l’Unione di Centro ha saputo rinnovarsi e vuole proporre una unione di intenti a tutti i moderati, e non solo al dott. Marcellini, perché tutti gli interessati possano dedicare al bene della propria Città una parte del proprio tempo.

In sintesi ecco alcune delle linee di indirizzo presenti nel progetto: più spazio alle organizzazioni cooperative e di volontariato per la gestione di specifici interventi nel campo sociale, culturale e scolastico; riduzione della spesa pubblica, mediante l’esercizio associato delle funzioni con altri Comuni e mediante la riduzione della frammentazione degli enti sovracomunali; più attenzione per la difesa del suolo e per la gestione del territorio; contrasto all’evasione fiscale mediante incrocio dei dati edilizi con quelli tributari e delle utenze con sistemi georeferenziati come quelli già in uso presso altri Comuni; digitalizzazione di un maggior numero di procedimenti amministrativi; semplificazione delle modalità di accesso dei cittadini ai servizi; promozione del software libero ed utilizzo mediante il riuso informatico di un maggior numero di programmi ed applicativi messi a disposizione dei Comuni dalla Regione.

Dopo le festività natalizie sara’ convocata una conferenza stampa per illustrare il progetto alla comunità locale, in attesa di un sollecito riscontro da parte del Dott. Marcellini e del suo gruppo di sostenitori, che ovviamente l’UDC di Senigallia si augura positivo.


da Matteo Perini
Segretario comunale UDC
Sezione di Senigallia